Susanna e i vecchioni è un dipinto a olio su tela (170×119 cm) realizzato nel 1610 dalla pittrice italiana Artemisia Gentileschi. Fa parte della Collezione Graf von Schönborn, che si trova a Pommersfelden in Germania.
L’indiscussa dama del barocco italiano denuncia ancora una volta gli abusi subiti, attraverso il racconto di Susana e i Vecchioni.
Secondo la Bibbia (Libro di Daniele), la casta Susana stava facendo un bagno tranquillo quando due vecchi sporcaccioni giunsero a proporle cose disoneste. Di fronte all’atteggiamento libidinoso dei personaggi maschili, la giovane si allontana da essi con dignità, negando ogni comportamento ignobile
Quando stavano per lapidarla, il profeta Daniele scopre l’inganno e furono i vecchi a finire lapidati.
Com’è noto, Artemisia Gentileschi fu violentata da giovane e da allora incanalò il suo desiderio di vendetta attraverso l’arte. Qui non vediamo il sangue di altre sue opere, ma vediamo l’atto di violenza che comporta la molestia dei due vecchi (che erano anche giudici). Ricordiamo che l’artista ha subito, oltre allo stupro, un processo umiliante.
Né qui c’è un’influenza eccessiva di Caravaggio, ma la scena è più cupa e mostra perfettamente il disgusto della ragazza e il comportamento sgradevole dei vecchi, che si possono vedere nei gesti, nelle pose e nelle composizioni anatomiche.
Per questo motivo questo tema è stato trattato da numerosi artisti, da Rembrandt o Rubens, a Franz Stuck.