Ci sono sguardi in alcuni dipinti che vengono da noi; è il caso di questa Susanna al bagno, in cui non si vede traccia degli anziani, perché forse ha già altri spettatori.
Conoscete già la storia, tante volte rappresentata nell’arte: Susanna era una giovane ebrea che mentre faceva il bagno veniva spiata da due viscidi vecchi giudici. I vecchi cercano di maltrattarla e lei resiste, così la accusano di adulterio, che era come una condanna a morte. Tutti, ovviamente, credevano ai vecchi.
Alla fine viene salvata da Dio, ma… quante Susanna c’erano nel mondo? Quante saranno…? Forse tutte le donne, ma ci auguriamo e lottiamo perchè che così non sia!
Forse è per questo che ci guarda, cercando tra gli spettatori dei colpevoli, o forse una sorta di complicità o almeno di empatia. E non è difficile entrare in empatia… ci sentiamo tutti come Susanna ad un certo punto…
Il sottogenere Susanna e il vecchio serve, da un lato, come denuncia delle minacce che attendono le donne e Francesco Hayez lo sa bene, ma dall’altro, come veicolo per trasmettere sensualità, erotismo, come pretesto per mostrare l’esuberanza del corpo di Susanna, delle donne.
Ignara degli sguardi, consapevole di essi (come sembra essere il caso) o direttamente con i vecchi che la molestano, Susanna incarna i vari modi di vedere il corpo femminile degli artisti, che sono il riflesso di un’intera società.
La verità è che il corpo di Susanna ci incoraggia a vederlo in questo dipinto dall’aspetto classico, ma con “un altro sguardo”.