Mai in tutta la storia dell’arte il sesso femminile, (“L’origine del mondo“) era stato mostrato come protagonista in un così primo piano.
L‘”inventore del realismo“ ha dipinto questo dipinto esplicito per la gioia personale del milionario turco Khalil Bey. Nascosto per più di un secolo, il dipinto passò di varie mani (dai nazisti allo psicanalista Lacan) fino a quando fu finalmente visto dal pubblico nel 1995.
Siamo di fronte a una scusa per i peli pubici, qualcosa che opere ereditate, i nudi idealizzati della cultura greco-romana non hanno mai mostrato in tutta la storia dell’arte, e che comincerebbero a manifestarsi con il sempre rivoluzionario Goya e che, in futuro metteranno nei guai altri artisti come Modigliani.
Courbet, che non è mai sfuggito alle polemiche, ha ritenuto che gli organi genitali femminili fossero degni di un dipinto, e ovviamente non saremo noi a pensarla diversamente: il corpo umano è la migliore opera d’arte.
È divertente come le persone passino senza fermarsi troppo davanti a questo dipinto al Museo d’Orsay, ma siamo in questo nuovo e strano millennio, dove anche vari social network continuano a censurare il nudo, anche se si tratta di arte.
Fatti e Curiosità
Diversi aneddoti e misteri circondano il dipinto più famoso di Gustave Coubert.
Il primo segreto che il dipinto nasconde ancora riguarda l’identità della modella. Poiché il suo volto non è rappresentato, è estremamente difficile identificare formalmente la donna che ha posato e che ha permesso a Gustave Coubert di dipingere L’origine del mondo. Per alcuni la modella potrebbe essere Joanna Hiffernan, rappresentata in altri dipinti dell’artista. Per altri specialisti, tra cui Thierry Salvatier, il dipinto potrebbe essere stato dipinto sulla base di una fotografia. Lo storicista Gérard Desangers ha ipotizzato che la modella potesse essere Jeanne de Tourbey, amante del custode del dipinto: un diplomatico turco.
Un’altra ipotesi, che ha reso redditizia la stampa nel 2013, diceva che il quadro attuale sarebbe solo un frammento di un’opera più ampia. Tuttavia, gli esperti che lavorano al Musée d’Orsay rifiutano questa idea e affermano che il formato del dipinto, come si può ammirare oggi a Parigi, è il suo formato originale.