La parabola del ricco stolto, precedentemente anche intitolato Il vecchio usuraio o Il cambiavalute, è un dipinto a olio del pittore olandese Rembrandt van Rijn dal 1627, 31,9 x 42,5 centimetri. Riguarda i primi lavori dell’artista dove, in un forte chiaroscuro, un uomo anziano è mostrato con in mano una moneta. L’opera è nella collezione del Gemäldegalerie di Berlino.
La parabola del ricco sciocco (o del ricco stolto) è stata raccontata da Gesù ai suoi discepoli secondo il Vangelo di Luca (12,13-21). nella sua filosofia hippy protomarxista, ha voluto farci capire l’errore di dare troppa importanza alla ricchezza, perché non è altro che semplice avidità, e alla lunga è assolutamente inutile.
Nella parabola, un uomo ricco aveva raccolto molti beni. Ma invece di goderseli, lo stronzo pensò di tenerli al sicuro, perché erano suoi e nient’altro che suoi. Quindi, invece di condividerli con i suoi vicini, il milionario ha deciso di demolire i suoi granai e costruirne di più grandi. Dentro la sua mente brillante e intraprendente, sembrava una buona idea, perché una volta che tutta la sua merda fosse stata immagazzinata nei suoi mega-complessi di stoccaggio, avrebbe potuto dedicarsi a vivere la vita del padre.
Quello che è successo? Ebbene, Dio gli disse: Stolto, stasera vengono a chiedere la tua anima, e ciò che hai salvato, di chi sarà?
L’idiota è morto quella stessa notte.

Quanto è ricco quel ragazzo! Non si rendono conto che gli stomaci dei poveri sono depositi molto più sicuri dei loro granai…
Rembrandt, oltre ad illustrare la parabola, per dimostrare che in materia di illuminazione erano distante anni luce, decise di rappresentare lo sciocco circondato dalle sue ricchezze nell’ombra. Solo alla luce di quella candela possiamo vederlo contare le monete, che felicità! Ma in realtà è solo e vecchio come uno di quegli ipocriti milionari che ora “vagano nello spazio” su razzi dalla forma fallica.
Per inciso, si dice che il modello di Rembrandt per il vecchio fosse suo padre.