La nascita di Venere (La Naissance de Vénus) è un dipinto di Alexandre Cabanel, realizzato nel 1863 e attualmente conservato al museo d’Orsay. L’opera è ritenuta il capolavoro dell’artista francese.
Cabanel dipinge la nascita più famosa di tutte le divinità: Venere (o Afrodite secondo la mitologia greca) che emerge, già adulta, dalla schiuma delle onde del mare.
Se non conoscessimo molto bene questa storia, o il titolo del dipinto, non sembrerebbe nemmeno una nascita, non solo perché è adulta, ma qui la dea sembra aver fatto un generoso pisolino tra le onde, e ora si sta allungando mentre alcuni putti (angioletti, putti… possiamo chiamarli in molti modi) ci passano sopra, e due di loro soffiano grosse conchiglie (faranno da sveglia?).
È un’opera ovviamente bellissima, Cabanel sa ritrarre perfettamente l’anatomia e riesce a creare un bellissimo paesaggio in armonia con tanti toni di blu. Tuttavia, è pur sempre una Nascita di Venere come quella realizzata da Bouguereau: un’opera totalmente idealizzata e accademica.

Il contesto di questo lavoro è molto importante, perché siamo già nell’anno 1863, e sebbene questo tema mitologico fosse molto popolare all’Accademia, il resto degli artisti e il pubblico più moderno iniziarono a… annoiarsi, per usare un eufemismo. Nello stesso anno Manet espose il suo famoso Déjeuner sur l’Herbe, e il pubblico più conservatore rimase scioccato nel vedere una donna completamente nuda, senza alcuna vergogna, tra due uomini completamente vestiti e che guardava verso lo spettatore.
Perché, naturalmente, quella donna era reale, e non una divinità. Ecco perché Cabanel ha trionfato e Manet è stato respinto. A volte i cambiamenti fanno paura.