La dea Diana (dea della caccia, ecco l’arco e le frecce, oltre ai suoi trofei e due segugi) ne approfitta per fare il bagno con una ninfa. Giove stesso le aveva regalato armi e l’aveva resa regina dei boschi. Gli diede anche come seguito un folto gruppo di bellissime ninfe vergini con le quali cacciava.
Qui Boucher coglie l’occasione per catturare la Dea e uno dei membri del suo entourage nudi, mostrando ai guardoni come noi la nudità di una dea, come se stessimo spiando dietro dei cespugli.
La dea indossa un altro dei suoi attributi: la mezzaluna sul capo, ma non è molto chiaro quale sia la trama della scena… Perché la ninfa guarda la gamba di Diana …? La dea nasconde quella collana di perle…? Non importa. Quello che Boucher voleva davvero mostrarci è quella carne perlacea, così rococò nel gusto, uno stile che stava dilagando nella Francia libertina dell’epoca.
Immaginate dei ragazzi rivestiti a polvere con parrucche che inseguono nobil donne in lingerie di pizzo attraverso i corridoi del palazzo pieni di dipinti come questo e avrete un’idea dell’arte che era popolare in quegli anni prima della ghigliottina.
E naturalmente Bocheur, sotto il patrocinio della Marchesa de Pompadour, diventerà ricco e famoso vendendo tantissime opere come questo dipinto, con toni chiari e costumi.