Beethoven è un dipinto ad olio del pittore Felice Casorati, realizzato nel 1928 ed è attualmente esposto al Museo Mart di Rovereto (Italia)
Una ragazza vestita di bianco e il suo cane posano accanto a uno spartito in cui si legge il nome di Beethoven. Una pittura pulita e ordinata, tipica di quel “ritorno all’ordine” che imperava nelle arti come reazione alla guerra di quegli anni.
Ma c’è qualcosa di strano in questa scena, e può essere aiutato dallo specchio che duplica la figura e confonde l’intero spazio come un labirinto irreale. Anche certi elementi dei mobili sono inquietanti, come quella chitarra senza corde, o quella sedia di una scala che dovrebbe essere più piccola.
Ma soprattutto, l’irrealtà della scena è amplificata dallo sguardo quasi sinistro della ragazza nel suo abito e calze bianche immacolate. Nella sua innocenza, sembra un gallo cedrone della banda di Arancia meccanica di Kubrick , quegli adolescenti che amavano così tanto il divino, divino Ludwig van.
Sono dettagli compositivi misteriosi tipici di quel realismo magico che è stata la pittura metafisica, che in ogni scena della vita quotidiana e domestica si trasmette un’atmosfera che potremmo definire straniante. Come un sogno o un delirio in pieno giorno inondato di luce in una stanza dove, se non fosse per il titolo dell’opera, regnerebbe il silenzio.
Silenzio, calma, immobilità si riflettono dentro quel sogno, come nella tecnica artistica di Casorati, che sembra costruita da lente sedimentazioni pittoriche ed emotive.